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Gli 8 principi dello Yoga

Scritto da Elena Cassinelli il 16 Ottobre 2018

Negli Yoga Sutra Patanjali elenca gli 8 principi che sono alla base dello Yoga. Tali principi sono delle linee guida per vivere una vita risoluta e ricca di significato: focalizzano la nostra attenzione sulla salute e ci aiutano a capire l’aspetto più spirituale e profondo della natura umana.

Gli otto principi sono:

  1. Yamas
  2. Nyamas
  3. Asanas
  4. Pranayama
  5. Pratyahara
  6. Dharana
  7. Dhyana
  8. Samadhi

Yamas

Il primo passo, Yamas, riguarda gli standard etici e morali ed è composto da pratiche universali di buona condotta. Gli Yamas identificano da quali pratiche è necessari astenersi per vivere in armonia con noi stessi, il prossimo e in generale il mondo che ci circonda.

I cinque Yamas sono:

  1. Ahimsa (Non violenza)
  2. Satya (Non mentire)
  3. Asteya (Non rubare)
  4. Brahmacharya (Non eccedere)
  5. Aparigraha (Non essere avidi)

Nyamas

Gli Nyamas invece sono costituiti da quelle pratiche da osservare affinchè sia possibile vivere una ricca vita spirituale.

I 5 Nyamas sono:

  1. Saucha (Pulizia, purezza)
  2. Santosha (Gratitutine)
  3. Tapas (Disciplina)
  4. Svadhyaya (Conoscenza del Sè)
  5. Isvara Pranidhana (Arrendevolezza a Dio* )

*Si ricorda che il concetto di Dio nella filosofia Samkhya e Vedanta è totalmente diverso dal concetto Cristiano di divinità. Infatti, Dio non è un essere onnipotente e onnipresente, pronto a punire chi non agisce secondo i suoi precetti e insegnamenti, con il termine Dio ci si riferisce all’Energia primordiale che ha creato l’universo e di cui noi siamo portatori.

Asana

Sono le posizioni fisiche che vengono normalmente praticate durante le lezioni di Yoga. Il corpo è il tempio della nostra anima (Atman) e prendersene cura è un passo importante per evolversi spiritualmente. La pratica costante delle asanas ci insegna la concentrazione e la disciplina, due aspetti fondamentali per la meditazione.

Pranayama

I Pranayama, o esercizi di respirazione, insegnano non solo a controllare il flusso energetico vitale (prana), ma anche a indirizzarlo in determinate aree del nostro corpo. I Pranayama ci illustrano la connessione tra respiro, mente ed emozioni e ci rendono consapevoli degli aspetti più sottili del nostro essere (livelli energetici).

Pratyahara

Il quinto principio, Pratyahara, consiste nell’abbandono del sensi. In questo stadio l’attenzione dev’essere rivolta non al mondo esterno, bensì al nostro mondo interiore. Durante il Pratyhara possiamo osservarci dall’esterno, imparando così a riconoscere che molti dei nostri desideri e smanie non rappresentano ciò che noi veramente siamo o vogliamo, ma sono solo riproduzioni del nostro subconscio.

Dharana

Una volta che abbiamo eliminato le distrazioni esterne attraverso la pratica del Pratyahara, passiamo al sesto principio Dharana, ovvero concentrazione. Attraverso la pratica di Dharana  maturiamo la capacità di concentrarci su un singolo oggetto (il respiro, un mantra, una visualizzazione) e così a controllare il flusso di pensieri. Periodi estesi di concentrazione conducono alla pratica della meditazione.

Dhyana

Il settimo stadio è costituito dalla meditazione o contemplazione. Com’è già stato accennato, la meditazione non è niente’altro che un flusso ininterrotto di concentrazione. Sebbene concentrazione e meditazione possano sembrare la stessa cosa, sono in reatà separati da una linea molto sottile. Infatti, nella concentrazione la nostra attenzione viene indirizzata su un singolo oggetto, nella meditazione non c’è un “focus point“: siamo consapevoli e svegli, la nostra mente è calma e produce una ridotta quantità di pensieri.

Samadhi

L’ultimo stadio, Samadhi, viene descritto da Patanjali come uno stato di estasi. Durante il Samadhi diventiamo un tutt’uno con l’Universo e con il Divino, ovvero quell’energia che connette tutti gli esseri presenti in questa dimensione e non solo. L’illusione della molteplicità cessa e ritorniamo a sperimentare l’unità: Io sono tutto, Tutto è Io.

Il Samadhi rappresenta uno stato mentale di libertà dalle illussioni terrene, di gioia e di profonda pace interiore. Se ci pensiamo attentamente non sono forse pace e libertà ciò a cui aspiriamo come esseri umani?

 

Gli ultimi tre stadi di Patanjali vendono definiti Vibhuti Pada.

 

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(Image via www.yogapedia.com)