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Pranayama, il quarto limbo di Patanjali

Scritto da Elena Cassinelli il 09 Ottobre 2020

Dopo gli asana, il viaggio nello Yoga Sutra di Patanjali ci conduce al pranayama. Composta da due parole sanscrite, prana ovvero energia vitale e yama ovvero controllo, il pranayama è il controllo dell’energia che sostiene il corpo.

Il respiro gioca un ruolo fondamentale nelle nostre vite, determinandone l’inizio e la fine. È, infatti, attraverso il primo respiro che veniamo al mondo, mentre è esalando l’ultimo respiro che lasciamo il corpo fisico.

Il Pranayama e lo Yoga Sutra

Una volta che ciò sia stato conseguito, si instaura il pranayama, che consiste nell’interruzione del movimento dell’inspiro ne dell’espiro

Yoga Sutra 2,49

“Una volta che ciò sia stato conseguito” significa che la padronanza degli yama, nyama e asana è una condizione indispensabile per la pratica degli anga (principi) successivi.

Lo Yoga Sutra definisce il pranayama come l’interruzione temporanea dell’inspiro e dell’espiro. Dopo l’immobilitè del corpo ottenuta con gli asana, lo yogin cerca un’immobilità più sottile. La sua respiraziome non oscilla più in modo rapido e disordinato e diventa più lenta e dominata da lunghe pause.

Interessante notare come questo anga si colloca esattamente a metà dal percorso verso il samadhi proposto da Patanjali. Il pranayama diventa il ponte di collegamento tra i primi tre principi, più materiali/terreni, e i principi successivi (Dharana, Dhyana e Samadhi) legati invece agli aspetti più sottili dell’esistenza e della pratica.

Il Pranayama e lo Hathayoga-Pradipika

“Allora lo yogin che ha domato le proprie passioni e osserva una dieta salutare e moderata, dopo che l’asana è stabilmente acquisito, deve praticare il pranayama, seguendo gli insegnamenti del maestro.

Quando il respiro è instabile, la mente è instabile; quando il respiro è stabile, mente è stabile e lo yogin raggiunge la stasi, perciò è necessario controllare il respiro.”

Hathayoga-Pradipika, II lezione verso 1, 2

Nello Hathayoga-Pradipika vengono elencati otto differenti tipologie di pranayama, spiegati nel dettaglio.

Il pranayama è una pratica importante poiché, al di là dei suoi benefici fisici, permette di iniziare il viaggio dalla materia alla dimensione più effimera, ovvero quella energetica. Il respiro direttamente è connesso all’attività della mente: infatti quando siamo agitati il respiro è corto e affannato, se siamo tranquilli e rilassati il respiro è profondo e lungo.

Il controllo del respiro diventa quindi indispensabile nel viaggio che ci prepara e ci conduce alla meditazione.

Namastè.

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Foto via shadesofyoga.com