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Pratyahara: la ritrazione dei sensi

Scritto da Elena Cassinelli il 26 Ottobre 2020

Procedendo nel percorso dello Yoga proposto da Patanjali arriviamo al quinto anga: il Pratyahara.

La parola Pratyahara deriva da due termini sanscriti: “praty” che significa ” via da” e “ahara” che significa “tirare”. Il termine Pratyahara indica quindi la capacità di distaccare i sensi dal loro oggetto di desiderio.

La ritrazione dei sensi

Il Pratyahara viene spesso tradotto come controllo o ritrazione dei sensi. il simbolo del Pratyahara è la  tartaruga. Così come questo animale ritira gli arti e la testa all’interno del suo guscio, noi ritiriamo i sensi del mondo esterno portando tutta la nostra attenzione al mondo interiore.

Viviamo in una società in cui i nostri sensi sono costantemente stimolati sia direttamente che indirettamente. Direttamente attraverso le campagne pubblicitarie, indirettamente grazie ai social network che ci propongono modelli di vita basati sull’appagamento dei sensi e sull’apparire.

Durante il Pratyahara i cinque sensi non saranno più diretti verso l’esterno, ma andranno a indagare le informazioni che sono dentro di noi, facendole poi emergere sotto una nuova consapevolezza.

Ci sono diverse pratiche per imparare a controllare i sensi: digiunare, shanmukhi mudra, disintossicarsi dal cellulare e dai media per tot ore ogni giorno, allontanare le cattive abitudini, praticare il massaggio vocale con il proprio insegnante.

L’importanza del Pratyahara

Con il Pratyahara si passa dall’aspetto esteriore dello Yoga (Bahiranga) e identificato nei primi 4 anga: Nyama, Yama, Assana e Pranayama; a quello interiore (Antara Anga) a cui corrispondono Dharana, Dhyana e Samadhi.

Il Pratyahara è una pratica fondamentale per il benessere psicofisico. Infatti una volta riusciti ad “addomesticare” i nostri sensi, la mente risulterà più calma e lucida, la ricerca del piacere sarà indirizzata verso il benessere interiore, meno effimero rispetto al benessere materiale. Diventiamo così più stabili mentalmente, fisicamente ed emotivamente. Sopratutto ci sarà dato capire che la soddisfazione compulsiva dei sensi non porta ad una felicità duratura e che il controllo dei sensi è un passo verso la libertà interiore.

Namastè.

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Image via https://www.keralatourism.org/yoga/ashtanga-yoga/pratyahara