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L'ultimo degli Nyama: Isvara Pranidhana

Scritto da Elena Cassinelli il 20 Aprile 2020

Il viaggio tra gli Yama e Nyama di Patanjali si conclude con Isvara Pranidhana, ovvero l’abbandono al divino.

Isvara Pranidhana e l’arrendevolezza

Come sappiamo il fine ultimo dello Yoga è raggiungere la pace, liberare la mente dalle fluttuazioni costanti e connetterci con il nostro vero Sè, la nostra essenza.

E’ proprio in questo contesto che entra in gioco Isvara Pranidhana: l’arrendevolezza al divino o all’universo, ci permette di distaccarci da una visione egoica della vita e delle nostre azioni. Abbandonarsi e arrendersi non devono per forza avere una connotazione negativa. Infatti, l’ultimo Nyama non invita alla rinuncia alla vita, ma alla rinuncia dell’egoismo,  a vedere sempre realizzate le nostre aspettative.

Riconoscere l’energia divina, motrice dell’universo, equivale a riconoscere la nostra natura anch’essa divina (vedi Atman e Brahman).

Isvara è un metodo per sciogliere le agitazioni della mente e raggiungere lo stato di Yoga, ovvero il samadhi. Infatti, questo Nyama ci permette di spostare la nostra prospettiva. La visione individuale crea confusione nella mente perché altro non è che un allontanamento dalla nostra fonte. D’altro canto,essendo che Isvara Pranidhana non si concentra sull’ego, ma sul divino, ci permette di avvicinarci alla nostra vera natura.

A mio avviso, Isvara Pranidhana ci insegna a lasciare andare tutto ciò che è fuori dal nostro controllo. Inconsciamente sappiamo che ci sono determinate cose che non dipendono da noi, ad esempio il comportamento delle altre persone. Molto spesso ci intestardiamo e, lasciando agire il nostro ego, pensiamo di poter cambiare una persona o una situazione. Il cercare di cambiare qualcosa che elude dal nostro controllo genera stress, ansia e rabbia. Se imparassimo a lasciar andare queste situazioni, concentrandoci su ciò che invece possiamo realmente cambiare riusciremo a essere più appagati e sereni.

Isvara Pranidhana sul tappetino

A livello pratico, come possiamo integrare questo nyama durante la nostra pratica di Yoga?

Innanzitutto, cerchiamo sempre di praticare per un fine pià grande rispetto alla mera soddisfazione dell’ego. Non pratichiamo, quindi, per diventare più bravi in una determinata posizione, ma possiamo praticare con lo scopo di calmare la mente. Anche l’abbandono dei nostri pregiudizi sulle varie pratiche che compongono lo yoga, è una manifestazione di Isvara Pranidhana. Infine, quando ci lasciamo guidare dalle parole dell’insegnante, mantenendo la mente concentrata sulla pratica, impariamo a ricevere stimoli da una fonte diversa da quella dell’ego.

Inoltre, ci possiamo arrendere in ogni asana o posizione. Lasciando andare i pensieri, rimanendo concentrati sul respiro, lasciando andare obiettivi e aspettative, troviamo il silenzio in cui poter riposare.

Il rapporto con il Divino

Il divino non ha una forma unica: ognuno vive il sacro in maniera differente ed è proprio ciò che contraddistingue la spirititualità dalla religione. Per un amante della natura il sacro risiede nella Madre Terra, oppure può manifestarsi in un suono, in un’opera d’arte.

Isvara Pranidhara è anche tradotto come l’offerta di ogni frutto delle nostre azioni al divino.  Per questo ogni nostra azione, cucinare, prepararci per andare al lavoro, può essere interpretata come una manifestazione della fonte sacra, di quell’energia che ha permesso la creazione tutta. Se impariamo a vivere ogni azione come un atto di devozione,  ogni nostro gesto sarà allora accompagnato da uno stato d’animo gioiso.

Namastè.

Image via https://indiyogastudios.com/