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Cosa sono le microplastiche e cosa possiamo fare per limitarle

Scritto da Elena Cassinelli il 09 Febbraio 2021

Le microplastiche sono particelle di plastica con un diametro compreso tra dai 330 micrometri e i 5 millimetri. A causa della loro ridotta dimensione, spesso queste particelle non vengono trattenute dagli impianti di trattamento delle acqua, finendo così nei mari e negli oceani.
Una volta raggiunto l’ambiente marino, questi piccoli frammenti di plastica vengono ingeriti da pesci, crostacei, mammiferi e uccelli.
La plastica ingerita dalla fauna marina arriva anche all’uomo, attraverso il consumo di prodotti ittici.
L’Unep (l’agenzia delle nazioni unite per l’ambiente) sostiene che, se non interveniamo subito, entro il 2050 ci sarà più plastica che pesci nei nostri mari.
 

Dove si trovano le microplastiche?

 
I cosmesi e prodotti di igiene personale spesso contengono delle microsfere di plastica. È importante prediligere sempre cosmesi e prodotti per l’igiene con componenti naturali e biodegradabili.
 
Gli indumenti di fibre sintetiche se lavati ad alte temperature o sottoposti a centrifughe rilasciano microplastiche. Spesso utilizzare le fibre sintetiche è necessario (si pensi agli indumenti tecnici per la montagna o altri sport); tuttavia si può ridurre l’impatto delle plastiche lavando questi indumenti a mano o a basse temperature.
 
Parte delle microplastiche derivano dallo sfregamento degli pneumatici con l’asfalto. Grazie all’azione del vento queste fibre di plastica finiscono nei mari, fiumi e laghi. È necessario usare l’auto il meno possibile, prediligendo mezzi pubblici, spostandosi a piedi o con la bici. Qualora l’utilizzo dell’auto sia indispensabile possiamo ricorrere al car-sharing.
 
Anche grandi oggetti di plastica possono rilasciare microplastiche. Infatti, quando un oggetto di plastica finisce in acqua si discioglie in frammenti più piccoli. È quindi necessario limitare l’acquisto di prodotti di plastica o imballati nella essa.
 
A dicembre del 2020, una ricerca condotta dal Fatebenefratelli di Roma e il Policlinico delle Marche ha evidenziato la presenza di microplastiche nella placenta umana.
È necessario agire come singoli nell’interesse della collettività e nell’interesse dell’ecosistema per limitare l’inquinamento dalle micropastiche.
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Image via nonsprecare.it